Il cantautore Colapesce, giovane astro nascente del panorama musicale indipendente italiano e già vincitore della targa Tenco come migliore opera prima (l’EP Un meraviglioso declino ) e del premio “fuori dal mucchio” come miglior disco d’esordio, ci parla un po’del suo lavoro, delle sue scelte e del tour che sta realizzando in collaborazione con il disegnatore Alessandro Baronciani, tour che lo porterà a suonare anche a Udine presso il Teatro San Giorgio questo venerdì sera alla 22.00.

Il concerto è stato promosso da vari enti cittadini (Cas’Aupa, Must e CSS) con il contributo della regione Friuli Venezia-Giulia e Fondazione Crup ed è collocato all’interno del progetto Dissonanze.

 

Innanzitutto una domanda banale che già in tanti ti avranno chiesto: perché hai scelto di fare il cantautore “indipendente” quando avresti avuto sicuramente le potenzialità per poter firmare un contratto con una major? Inizialmente, prima di ricevere riscontri sia dalla critica che dal pubblico, è stata una scelta che ha comportato delle difficoltà? Che cosa ti aspetti dal futuro?

Guarda, più che una scelta valutata e ponderata la mia è stata una necessità artistica, la volontà di essere totalmente libero dai vincoli di contratto delle major e delle grandi etichette musicali per potermi esprimere onestamente e mantenendo una propria integrità, cosa necessaria, a mio parere, per essere un cantautore. Non volevo trovarmi in una situazione di contratto in cui l’ultima parola, la più pesante, non sarebbe stata la mia.

 

Udine, dove questo venerdì si terrà una delle numerose tappe del tuo tour di concerti in tutta Italia, è una piccola città di un ancor più piccola e isolata regione dell’Italia che è il Friuli. Proprio per questi motivi fare musica o in generale arte partendo dalla città di Udine è qualcosa di molto difficile e, per certi versi, limitante. Anche in Sicilia, regione isolata (anche e soprattutto per le sue caratteristiche fisiche) rispetto alla penisola italiana, è così? Com’è e com’è stato cercare di farsi un nome in campo musicale partendo dalla Sicilia?

Assolutamente sì, per certi versi è anche peggio dato che tra la Sicilia e la penisola ci sono distanze propriamente fisiche difficili anche logisticamente da coprire. In Sicilia ci si sente davvero tagliati fuori da tutto, anche come infrastrutture. Per me anche suonare semplicemente a Roma comporta un viaggio e un costo enorme e quindi fare il musicista in Sicilia è sicuramente più complesso che farlo in altre zone d’Italia.

 

Parliamo un attimo del tuo ultimo disco Egomostro, uscito nel febbraio del 2015 per l’etichetta 42 Records: riusciresti a spiegarlo e a presentarlo in poche parole?

Dunque, Egomostro è il mio secondo disco e, rispetto al primo, è sicuramente più autobiografico e ha anche delle novità e degli esperimenti musicali e stilistici per me abbastanza nuovi: infatti ho usato molto l’elettronica e i testi sono divenuti molto più personali.

Una domanda su di uno dei brani più importanti di quest’album, ovvero Maledetti italiani: è una critica costruttiva alla situazione italiana o è solo volontà di distruggere?

In realtà né l’una né l’altra, vuole rappresentare dei luoghi comuni e dei comportamenti classici dell’italiano medio senza esprimere giudizi su cosa sia peggio e cosa sia meglio. A me non piace né la musica né la letteratura che da giudizi, preferisco gli autori che mettono a nudo e portano le cose alla luce senza esprimere giudizi.

 

Sempre in questo brano citi in causa buona parte dei personaggi culturali e non che hanno affollato l’Italia in questi anni, da Paolo Sorrentino a Mario Balotelli: un personaggio contemporaneo o del recente passato che salveresti e definiresti un tuo punto di riferimento?

Beh, Battiato è sicuramente uno dei miei autori e riferimenti preferiti.

 

A proposito del concerto che si terrà a Udine venerdì: come mai l’idea di un tour in giro per l’Italia in cui collabori con il disegnatore Alessandro Baronciani? Cosa ti è piaciuto così tanto nel suo lavoro da spingerti a mettere in piedi questo progetto?

Allora, il tour è nato dopo la realizzazione del fumetto La distanza, uscito per Paupublishing, a cui io e Alessandro abbiamo lavorato assieme. Proprio dal concetto di “distanza” si è sviluppata l’idea per questa collaborazione live in giro per l’Italia. Prima di essere collaboratori io e Alessandro eravamo innanzitutto amici e quindi abbiamo organizzato questo tour in cui io suonerò i miei pezzi in versione acustica e lui ci disegnerà sopra, a volte improvvisando, altre seguendo un copione. Di Alessandro mi piace molto il suo tratto e soprattutto i suoi vecchi lavori che trovo bellissimi.

 

Dimmi in poche parole cosa devono aspettarsi i ragazzi di Udine per il concerto di venerdì.

Uno spettacolo sicuramente molto coinvolgente in cui saranno chiamati a partecipare attivamente, un’esplosione di colori e disegni. Inoltre chi conosce le canzoni avrà l’occasione di ascoltarle in una versione più acustica ed intima anche se verranno comunque usati molti effetti di elettronica.

Carlo Selan