Espo come esposizione, Espo come rischio dell’esporsi: quanto oggi siamo disposti ad accettare questo rischio? Quanto siamo ancora capaci di guardare veramente negli occhi uno sconosciuto? «Nessuno si espone», sussurrano durante l’esibizione le due performer Giovanna Rovedo e Michela Silvestrin.
La questione dell’esposizione, apparentemente priva di difficoltà e contraddizioni, viene indagata dal conceptdi Giovanna Rovedo allo scopo di restituire agli spettatori, attraverso la danza e il sentire, una scintilla, un “sassolino” che punga nella scarpa e ci riporti a una nostra dimensione tanto quotidiana quanto trascurata. La performance Espo: Singolare/Plurale è ancora in fase di costruzione, ma già promette emozioni e contatto ravvicinato con gli spettatori nelle prossime tappe del suo percorso creativo.
Grazie al progetto di residenze artistiche per le arti performative Dialoghi: confronto tra culture nell’area del Mediterraneo, le due danzatrici hanno avuto la possibilità di soggiornare a Villa Manin, dove hanno presentato al pubblico il frutto del loro studio. Il grande pregio del sistema residenziale (ideato e curato a Passariano dal CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e dall’Azienda speciale Villa Manin con il contributo del MiBACT e della Regione Friuli Venezia Giulia) è la possibilità per gli artisti di incontrare appassionati ed esperti che abitano nei dintorni, con cui condividere un lavoro ancora in fase di sviluppo. In un progettopensato e strutturato come Espoè fondamentale il supporto degli spettatori, con cui Giovanna e Michela hanno voluto dialogare durante le sessioni di prova e al termine della performance aperta al pubblico nello scorso 14 maggio. Durante il vivace incontro sono stati espressi pareri, impressioni, emozioni da spettatori di generazioni anche distanti tra loro. Dallo stupore di un gruppo di liceali ai commenti più tecnici di esperti di danza contemporanea, tutti sono rimasti colpiti dall’onestà di Espo, dalla sua voglia di comunicare e comunicarsi, dalla sua apertura al confronto con chi partecipa come spettatore. Rovedo e Silvestrinsi interrogano innanzitutto sull’esposizione cui un danzatore è quotidianamente esposto: un’esposizione che si instaura prima sul palco e poi ovviamente con il pubblico.
Tuttavia Espo non si ferma al dialogo tra le due sole performer, ma mira a coinvolgere il pubblico, cercando di cogliere le tante sfumature di significato di cui si compone il concetto di esporsi: l’esposizione al rischio, l’esposizione al silenzio e alla parola. Per comunicare al meglio il concept, lo spazio non è stato diviso secondo la tradizionale separazione tra artisti e spettatori, ma le sedie sono state disposte sul perimetro di un rettangolo che le due danzatrici percorrono e oltrepassano in tutte le direzioni.
Coinvolgente poi la coreografia, che attraverso assoli e duetti, momenti di attesa seguiti da ritmi concitati, rivelano la fortissima intesa umana e fisica tra Giovanna Rovedo e Michela Silvestrin. Per finire, le luci firmate da Daniela Bestetti, disegnano i corpi attraverso le ombre, creando atmosfere sospese. Espo, nonostante sia un work in progress, ha dimostrato di essere in grado di lasciare un’emozione al suo pubblico. Ora, non resta che attendere la sua prossima tappa a Villa Manin in programma a giugno (dal 6 al 13 con apertura al pubblico domenica 12 maggio ore 19) con l’arrivo a Passariano anche del musicista Yannick Franck.