13 Ottobre 2016, si è spenta una delle più grandi figure del teatro italiano del Novecento.
Premio Nobel per la letteratura nel ’97, Dario Fo non ha mai voluto classificarsi “intellettuale” anche se questo titolo sicuramente gli va riconosciuto. Si è sempre impegnato affinché le classi sociali che per secoli erano state costrette all’ignoranza potessero diventare finalmente anche loro protagonisti della cultura del nostro Paese, portando l’arte del teatro in luoghi meno convenzionali come fabbriche occupate, piazze e carceri per permettere di assistere ad uno spettacolo teatrale a coloro che non ne avevano mai avuto la possibilità. Dario Fo ha sempre fatto parlare molto di sé, dai primi anni ‘60 quando con il suo stile innovativo si era già inserito nel mondo del teatro a livello nazionale fino alla consacrazione internazionale con l’assegnazione del premio Nobel del ‘97, che arrivò quasi verso la fine della sua carriera. Questo prestigioso riconoscimento creò grande scandalo e suscitò numerosi dibattiti poiché non tutti lo consideravano e tutt’ora non lo considerano un “vero e proprio scrittore”. Una caratteristica che traspare in tutti gli spettacoli di Fo è la sua posizione politica, estrema e radicale, fortemente di sinistra, che lo ha portato a ricevere numerose critiche e censure.
Siamo due giovani ragazze diciasettenni e siamo nate in un mondo già fortemente influenzato dall’opera di Dario Fo e ci sentiamo di ringraziare questo grande Maestro per l’immensa eredità artistica che ci ha lasciato e che per sempre condizionerà il teatro italiano e non solo.
Olivia Bettella e Anna Chiara Vigna (Liceo scientifico Marinelli, progetto Alternanza scuola lavoro)
ph. Massimo Turco