icona-kytharaUna formula innovativa, coinvolgente e cosmopolita che evoca i più delicati profumi esotici mediorientali, i vivaci colori di un sogno irlandese, il sapore del whiskey di un vecchio club jazz anni 50, l’orgoglio del sangue latino, e molto altro.

Raggiunge l’apoteosi della sperimentazione musicale il trio Kythara, composto dai chitarristi Francesco Bertolini, Michele Pucci ed Enrico Maria Milanesi, che riporta alla luce la tecnica di fare musica servendosi di diversi tipi di chitarre, utilizzata precedentemente dal trio John McLaughlin, Al Di Meola e Paco De Lucia con rispettivamente due chitarre acustiche e una flamenca. Ma nel trio Kythara i modelli di chitarre sono tre: chitarra jazz, chitarra flamenca e chitarra acustica. L’idea di fondere sonorità così diverse nasce quasi per caso nel 2014, durante la presentazione del nuovo cd di Michele Pucci: i brani con la partecipazione musicale di Francesco Bertolini ed Enrico Maria Milanesi riscuotono un particolare successo che esorta i musicisti alla collaborazione.

Le performance, ospitate dal CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e svoltesi presso la Sala Carmelo Bene del Teatro Palamostre di Udine giovedì 8 e venerdì 9 dicembre per la stagione Tx2 / Dissonanze 2.0, che prevede due spettacoli nella stessa serata, sono intitolate After Theatre: due viaggi spaziali e temporali con numerose tappe, dal groove funky americano alla delicatezza di un Valzer che trasporta le menti al classicismo viennese, dal miraggio di un pastore errante dell’Asia con l’ipnosi della musica etnica mediorientale alla sensualità della rumba sudamericana.

Gli spettacoli si collocano nel calendario musicale della Scimmia Nuda, un  collettivo di musicisti con un progetto che mira al dialogo musicale, alla sensibilizzazione artistica, all’ascolto consapevole e, di conseguenza, attivo; l’ascolto attivo, che ora è in minoranza rispetto all’ascolto passivo, è un tesoro da preservare. A questo riguardo Francesco Bertolini commenta: ”Ultimamente la musica è diventata più un sottofondo che un’interazione tra le persone, una comunicazione, un dialogo. Non è facile trovare persone che vadano ad ascoltare concerti per ascoltare la musica e per capire il suo linguaggio, che richiede certamente un allenamento dell’orecchio, specialmente la classica o il jazz. Quanto più sei allenato e più ascolti hai avuto, tanto più comprendi il suo linguaggio e più ti piace. È un po’ come il cibo: non si nasce apprezzando un soufflé di salmone. I gusti si creano con un’educazione alimentare. Assaggiando molteplici pietanze aumenta la capacità di giudizio. Ultimamente nell’ambito musicale è prediletto il “fast food” ed è molto difficile attirare l’attenzione delle persone portando qualcosa di più elaborato, che spesso e volentieri viene rifiutato con un “non mi piace” – proprio come il cibo – anziché con un “non capisco”, magari disinteressato ma sincero.”
Una formula innovativa, coinvolgente e cosmopolita all’insegna del buon gusto.

Lisa Smirnov, Liceo Classico Stellini