Per poter comprendere a fondo le fiabe e in generale il mondo della fantasia, dobbiamo necessariamente aggrapparci ad alcuni momenti e a sensazioni che ci permettono di entrarvi.
Le fiabe, però, spesso sono saldamente attaccate alla realtà.

Joël Pommerat riscrive la fiaba popolare di Cenerentola (ribattezzata Sandra), focalizzando l’attenzione su alcuni aspetti della nostra quotidianità che spesso vengono trascurati: il rapporto fra una madre e una figlia in tutte le sue sfaccettature, l’amore che Cenerentola nutre innocentemente nei confronti della madre naturale. Un legame indelebile le tiene saldamente attaccate l’una all’altra, nonostante la madre sia morta lasciando un vuoto profondo che la ragazzina colma aggrappandosi alle sue ultime parole e a un suo vestito.

Valerio Amoruso e Irene Canali

Questi aspetti, insieme alle critiche parodistiche espresse nei confronti della società moderna sono i punti cardine attraverso i quali lo spettacolo, diretto dal regista Fabrizio Arcuri, prodotto dal CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia e in scena al Teatro S.Giorgio di Udine per la corrente stagione Contatto35, si sviluppa.

La storia di Sandra (la giovane quanto talentuosa attrice Irene Canali) inizia con la scomparsa della madre, la quale pronuncia le sue ultime parole fraintese dalla piccola, che diventano un’ossessione per tutta la durata dello spettacolo, scandita dai “rintocchi” della sveglia di Sandra che ogni cinque minuti le ricordano di ritornare con la memoria alla madre per evitare che questa scompaia definitivamente.

da sinistra Elena Calligari, Rita Maffei e Aida Talliente

 

Dopo l’arrivo della matrigna (l’attrice Rita Maffei, nuova moglie del padre, l’attore Valerio Amoruso) e delle sorellastre (le attrici Aida Talliente e Elena Callegari), Sandra conduce una vita di pentimento e di autocommiserazione.

I duri incarichi che le vengono affidati diventano un modo per espiare i propri sensi di colpa. Solo aiutata da una maldestra fata e da un occhialuto principe (figlio di un insolito Re) che soffre di un male simile, (interpretati dagli strepitosi Gabriele Benedetti, Matteo Angius e Luca Altavilla) la ragazza riesce a guardare con gli occhi spalancati verso un futuro lontano dalle frustrazioni.

 

 

La regia permette agli spettatori di orientarsi in una semplice scenografia (nastri argentati che cadono su un fondo e alcune scatole di legno polifunzionali, ideati da Luigina Tusini) che rappresenta sia la buia stanza cupa e senza finestre della bambina, sia le sfarzose feste da ballo reali, attraverso un sapiente utilizzo delle luci e degli attori.

da sinistra Gabriele Benedetti, Luca Altavilla, Rita Maffei, Valerio Amoruso, Aida Talliente e Elena Calligaris

 

Matteo Angius e Irene Canali

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il mondo delle fiabe per ragazzi è un mondo di magia, incanto e gioco, tutti elementi che descrivono anche il teatro, il vero teatro. Il passo ulteriore che il testo di Pommerat e la regia di Arcuri hanno fatto è stato quello di farci viaggiare nella fantasia passando per l’interiorità e la difficoltà umane e reali, un connubio esaltante ed estraneo a qualsiasi banalità. Applausi calorosi a tutta la compagnia.

Paolo Petrucco (Liceo classico Stellini)