Molti avvenimenti storicisono avvolti nel mistero: non se ne conoscono con precisione le dinamiche, ma se ne intuisce l’importanza.
È il caso dell’incontro tra i due padri della fisica moderna Niels Bohr e Werner Heisenberg, avvenuto a Copenaghen nel 1941, durante l’occupazione tedesca.
Che l’uomo sia indiscutibilmente attratto dal mistero è cosa nota, ma il fatto che questo coinvolga due dei massimi scienziati del secolo scorso rende il tutto ancora più interessante.
“Perché dunque venisti a Copenaghen?” Questa è la domanda chiave alla quale si cerca di rispondere, il punto cardine intorno al quale ruota tutto lo spettacolo.
Ormai morti, i tre protagonisti rievocano quel fatidico incontro: Heisenberg, tedesco al servizio del Terzo Reich, una volta allievo di Bohr, maschera il suo intento di scoprire il progetto nucleare avversario al quale Bohr sta lavorando.
Ritorna a galla il tema del ruolo dello scienziato universale o nazionale, che deve scegliere se applicare le proprie conoscenze al servizio dell’umanità intera o ridursi a mera risorsa politica.
Nello spettacolo teatrale di Michael Frayn, i due scienziati si abbandonano ai ricordi della loro giovinezza di maestro e allievo, ritornando talvolta alla realtà, in cui rivalità, incertezze e sospetti avvolgono ogni loro parola.
In quella stanza, nel 1941, si incontrano due scienziati divisi tra un passato da amici e colleghi e un presente in cui la guerra li ha resi nemici, dove una parola di troppo potrebbe svelare il segreto per vincere il conflitto.
Spetta a tre giganti del teatro italiano riportare in vita questi tre personaggi: Umberto Orsini nel ruolo di Niels Bohr, Massimo Popolizio in quello di Werner Heisenberg e Giuliana Lojodice in quello di Margharete Bohr.
In un alternarsi di lunghi monologhi e battute stringenti, sta a questi tre attori portare sulla scena le dinamiche di uno degli incontri più misteriosi e decisivi della Seconda Guerra Mondiale, sul quale verte una delle più catastrofiche scoperte nella storia dell’umanità.
Dal debutto a Londra nel 1998 e prodotto per la prima volta in Italia il 9 novembre del 1999 al Teatro S. Giorgio di Udine dal CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, vantando più di 230 repliche in Italia dal 1999 al 2010 e tre dei più grandi attori del teatro italiano, lo spettacolo Copenaghen, che ha inaugurato la Stagione Teatro Contatto 36 a Udine da mercoledì a domenica, non può di certo deludere né impedire allo spettatore numerose riflessioni.
Gli spunti certamente non mancano.
Letizia Rigotto del Liceo Classico Jacopo Stellini
foto di copertina Marco Caselli Nirmal