Ho partecipato lo scorso 18 novembre alla prima lezione della terza edizione de “La scuola dello sguardo”, il ciclo di incontri con immagini e appunti all’interno della Stagione Teatro Contatto, condotte dal professor Roberto Canziani, critico teatrale e docente al DAMS dell’Università di Udine. Titolo dell’incontro era #1 Perdersi nel labirinto e ruotava attorno al progetto Progetto Labirinti 2.0 prodotto dal CSS di Udine.

Canziani ci ha parlato delle sensazioni fisiche legate al “labirinto sensoriale” dove gli unici sensi che lavorano sono il tatto , il gusto , l’udito e l’olfatto poiché in questo “labirinto di Orfeo”, ci troviamo in una stanza buia e pertanto non si vedrà niente. Il professore è poi entrato nel merito del secondo labirinto di questo progetto CSS ovvero del “labirinto virtuale” dove si avrà sugli occhi un visore virtuale e tramite questo si verrà “catapultati” in un mondo virtuale e verremo in oltre accompagnati da una voce attoriale che ci racconterà il mito di Orfeo,  che perse la sua amata Euridice, morta per colpa del morso di un serpente velenoso. Orfeo andò disperato davanti alla porta dell’Ade dove cantò con la sua lira una melodia che impietosì le divinità infernali che gli concessero di riprendersi Euridice, ma a patto che nel sentiero per risalire verso il mondo dei vivi non la guardasse negli occhi altrimenti l’avrebbe persa per sempre. Quando Orfeo fu ad un passo dal lasciare le porte dell’inferno infranse la promessa e guardò Euridice e, di conseguenza, la sua anima tornò per sempre nel mondo dei morti .

Questo spettacolo ha al centro dell’attenzione lo spettatore, che entra da solo e in questo modo potrà vivere in prima persona le sensazioni che provano gli attori. Il professor Canziani durante l’incontro ci ha parlato della cosiddetta “quarta parete” ovvero il limite tra spettatore e attore e quest’ultimo può romperla per interagire con lo spettatore. Inoltre ha mostrato delle immagini sui labirinti e c’ha inoltre parlato del mito del labirinto del Re Minosse e del famoso mostro che vive dentro ovvero il Minotauro ( che è anche figliastro del Re Minosse), questo labirinto fu costruito da un architetto di nome Dedalo, il cui nome diventerà sinonimo di labirinto. Infine ci ha inoltre mostrato una immagini di un quadro del pittore Escher che adotta il concetto di labirinto in modo molto più intricato e irrealistico. In conclusione abbiamo potuto seguire tramite alcuni filmati video alcune interviste fatte al regista teatrale Enrique Vargas, l’artista che negli anni ’80 inventò il teatro dei sensi .

Dopo l’incontro ho partecipato al Labirinto Virtuale nella sala Carmelo Bene del Teatro Palamostre . E’ stata per me un’esperienza molto interessante e nuova (che non avevo mai fatto prima) , la grafica di questa realtà virtuale è molto fluida e simile a quella dei videogiochi moderni e dei film d’animazione fatti in 3D e ti sembra tutto molto reale , come se tu fossi realmente in un mito dell’antica Grecia. Tutto è inoltre reso più bello da un cambio di scenario non fatto in modo veloce e repentino, che diventerebbe fastidioso per lo spettatore, ma fortunatamente gli effetti speciali sono fatti molto bene. Dall’inizio alla fine è una esperienza molto intensa per quelli a cui piacciono i miti greci e lo puoi raccontare con entusiasmo. Puoi inoltre “vivere 3 cadute nel vuoto” fatte al rallentatore , la prima contornata da colonne fluttuanti e con uno sfondo bianco , la seconda con uno sfondo nero e figure rosse luminose (che rappresentano creature infernali come cerbero) e la terza è immersa in buco nella terra. Ho fin qui svelato anche troppo, ma sappiate che questa parte caduta è probabilmente un po’ troppo forte per chi ha paura delle cadute nel vuoto.

Giulio Bragagnini
Istituto tecnico del Turismo, Servizi Commerciali e
Alberghiero Bonaldo Stringher