Concerto fisico è lo spettacolo scritto e interpretato dalla danzatrice e coreografa Michela Lucenti, dedicato alla storia del suo Balletto civile.
Un inizio lento, che sembra anticipare uno spettacolo di progressivo e graduale sviluppo. Colori tenui. Un sottofondo musicale piano…dopo pochi minuti il canto. Dolci vocalizzi che cullano l’orecchio dello spettatore. Quando ecco, la rottura dell’equilibrio e uno sfrenato ballo ritmato da suoni irregolari ed esaltato con luci intermittenti. È così che Michela Lucenti ci proietta all’interno del suo mondo: un mondo formato da musica e danza, intervallato da momenti di ordine e altri in cui regna il più totale caos…ma al cui interno è celato un messaggio chiaro: ognuno ha la libertà di interpretare secondo la propria mentalità. Ed è questa la vita: un universo confuso, che spesso ci appare incomprensibile e sconvolgente, ma che, dopo un attimo di tempesta, si apre in un cielo terso e sorridente.
Con questo spettacolo Michela Lucenti vuole raccontare una storia, un’esperienza…e come da lei testimoniato, il suo intento era ricostruire la genesi e lo sviluppo di “balletto civile”, la compagnia a cui la Lucenti ha dato vita a Udine, all’interno dell’ex Ospedale Psichiatrico.
Eppure, più che il passato di questo gruppo, a venir raccontata sembra essere la trama di una vita. In un primo momento il color rosso degli abiti di Michela e il suo dolce canto ricordano la nascita di un bambino, i suoi vagiti e l’amorevole affetto della madre. La tranquilla venuta al mondo precede il primo momento di confusione, di smarrimento: è l’inizio del processo di crescita personale, l’adolescenza. Questo periodo di trasformazione vede diverse fasi, rappresentate dal cambio di parrucche quasi a testimonianza del mutamento del carattere, dei comportamenti, dei valori. La danza che segue è guidata da una musica composta da suoni meccanici e , forse, assieme ai guanti indossati da Michela, è l’emblema del processo attraverso cui le caratteristiche di una persona vengono forgiate e modellate.
Segue un secondo momento di tranquillità, guidato dalle voci maschili dei collaboratori della Lucenti (il danzattore Maurizio Camilli e Tiziano Scali, ideatore del disegno sonoro live), che precedono un periodo di immobilità, in cui compare nella scenografia una coperta dorata. Il riflesso della luce sul velo punta l’attenzione sulla Lucenti, ancora una volta immersa nell’esecuzione di trascinanti vocalizzi.
La mente del pubblico è cullata da questa musica leggera e suadente e il suo sguardo si sposta attraverso lo spazio del palcoscenico. Gli occhi di ogni osservatore sono catturati dai movimenti dell’attrice-danzatrice che, trascinandosi per terra, in uno sforzo fisico che appare quasi doloroso, riporta all’uditorio parti del libro “ogni giorno è un Dio” di Anne Dillard.    
Ed è così che lo spettacolo si conclude, con un ultimo canto che Michela esegue accompagnata dai due performer: la melodia ricorda quasi un’ode corale che guida il pubblico attraverso il ponte immaginario della coreografa. Come spiegato nell’incontro al termine della performance dalla stessa protagonista, tutta la vicenda descritta all’interno dello spettacolo si conclude con un passaggio verso la luce, che viene reso possibile tramite un ponte fra il momento di crisi e quello di speranza, di realizzazione e di superamento dello smarrimento. E gli applausi calorosi erano tutti per Michela, artista meravigliosa, carismatica e geniale, e i suoi bravissimi performer.

di Teresa Narghes Peresson  del Liceo Classico J. Stellini di Udine